Fahrenheit 451 made in China

La Cina nel 2016 è davvero un bel posto dove vivere…certo, a meno che non si voglia infastidire il governo comunista del buon vecchio presidente Xi Jinping, naturalmente. Nell’ultimo periodo, nomi come: Gui Minhai, Lee Bo, Lui Bo, Cheung Ji-ping e Lam wing-kee, sono saltati alla ribalta internazionale per essere stati rapiti e tenuti in detenzione per ben 8 mesi, con la gravissima e imperdonabile colpa di aver fatto il loro lavoro di librai. Sembra assurdo, ma risulta un vero crimine per il regime cinese, quando quest’ultimi, che fanno parte della Causeaway Bay Books, importante libreria che pubblica soprattutto libri considerati “inadeguati” secondo l’attuale governo, avrebbero venduto per l’appunto testi che minerebbero le autorità reggenti e in particolar modo, il capo di Stato. Vi è da aggiungere che quando si parla di libertà di stampa, si affronta un argomento alquanto delicato. Nell’annuale classifica di Reporters sans frontières di quest’anno, su 180 paesi la Cina si trova al 176° posto (l’Italia invece, perdendo 4 posizioni, cala al 77°). Nonostante i molti sforzi di diversi giornalisti nel corso degli anni, ci sono parecchie restrizioni che impediscono loro di diffondere qualunque tipo di notizia che riguardi in qualche modo il governo. Un coraggioso esempio è stato quello dell’editoriale settimanale Notizie della Cina, pubblicato dall’agenzia di stampa Xinhua. Utilizzando il pretesto dell’augurio di buon anno, hanno denunciato la situazione che il popolo è costretto a subire. Andava dai condannati alla pena capitale che non hanno il diritto alla difesa agli ospedali e scuole riservate ai ricchi, ai minatori morti per estrarre carbone alla mancanza di sindacati per i lavoratori, per finire con i disastri ambientali. Tutto questo esattamente poco tempo dopo il licenziamento, secondo molti politico, di due reporter più il caporedattore del tabloid Notizie di Pechino. Ma torniamo ai librai. Dopo il rilascio, uno dei famosi cinque, Lam Wing-kee, dichiara apertamente un reso conto degli otto mesi trascorsi in reclusione. Bendato, ammanettato e poi trasportato nella città di Ningbo, è rimasto rinchiuso in un cella di isolamento sorvegliato 24 ore su 24. Una volta liberato, è stato costretto a confessare alle televisioni di essere coinvolto in traffici illeciti, cioè smercio di libri proibiti. Inoltre, avrebbe dovuto riportare alle autorità i nomi dei clienti che avevano acquistato i libri. Tra questi vi era un volume riguardante le amanti di Xi Jinping, il quale avrebbe sicuramente gettato fango sia sul presidente che la sua first lady Peng Liyuan , cantante d’opera e componente del esercito. A differenza di Lam, Lee Bo, prontamente smentì le dichiarazioni del collega, aggiungendo di non essere stato rapito né tanto meno forzato a rivelare i nomi dei lettori. Mi chiedo, quindi, cosa ci sia andato a fare di sua spontanea volontà dalle autorità cinesi? Mangiare i biscotti della fortuna? Trovo semplicemente ridicolo come il regime cerchi di insabbiare il tutto, prendendo per degli idioti i cittadini cinesi e peggio ancora, trovo immorale che un paese così in via di sviluppo come la Cina, si trovi ancora in queste condizioni di povertà di giustizia. Ora che ci penso, trovo indecente qualunque paese che abbracci questa sottospecie di filosofia. Abbiamo tutti l’intelligenza necessaria per capire che di avanzamento non vi è alcuna traccia. Lo sviluppo riguarda solo e soltanto l’élite della nazione, loro godono del progresso economico, loro hanno istruzione e assistenza sanitaria a dovere e questo, miei cari, non vogliono che si sappia, o meglio non vogliono ricordarglielo. Ma su una cosa vorrei soffermarmi adesso. Quanto può essere potente un libro, se è stato capace di far tremare i potenti? Quanta importanza può avere il simboli della conoscenza? Stando a quanto scritto poco prima, molta ed eccovi una dimostrazione. Secondo una ricerca di Diana Mutz docente presso l’University of Pennsylvania pubblicata sulla rivista PS: Political Science and Politics, pare che chi abbia letto la saga di Harry Potter sia poco propenso a tollerare il miliardario Trump, poiché egli ricorderebbe l’antagonista Lord Voldemort. In effetti i due, su alcuni argomenti, la pensano allo stesso modo, per tanto, secondo la professoressa Mutz, sarebbero in completa contraddizione con i valori di tolleranza, il rispetto per le diversità e l’opposizione alla violenza e tirannia presenti nei libri. Lo studio è stato condotto su un campione di 1142 americani, in un arco di tempo di due anni, il 2014 e il 2016. La ricerca, chiedeva un opinione sulla pena di morte, tortura, leggi per mussulmani, per gay e un voto da 0 a 100 per Donald Trump. Stando ai dati, per ogni romanzo letto, ci sarebbe stato il 2% o 3% in meno di gradimento nei confronti del candidato repubblicano alla casa bianca. Di conseguenza, se sono stati letti tutti e setti i libri, l’apprezzamento cala a 18 punti su 100. Un dettaglio ininfluente, è vero, però esiste ed è un segnale. I libri hanno un potere speciale, capace di spezzare le catene dell’ignoranza, dell’odio e nel caso del governo cinese, si sono trasformati in un eco da far fremere le mura del loro controllo. Li ha fatti traballare, porsi sulla difensiva e contrattaccare per mettersi ai ripari. Il potere dei libri non è da prendere sotto gamba e come lo sanno il governo cinese lo sapeva Ray Bradbury, autore del libro dal quale ho tratto il titolo del mi post. Ahimè, fin quando ci sarà il bel faccione sornione di Mao Zedong sulla porta di Tienanmen ad osservare chiunque gli passi davanti come il Grande fratello, il popolo cinese dovrà avere a che fare con l’ingiustizia e la repressione.